Un voto per il clima alle elezioni politiche 2022

Manca poco alle elezioni del 25 settembre che determineranno il nuovo Parlamento e il nuovo Governo italiani. Quali sono le coalizioni delle elezioni 2022? Quali i programmi dei partiti? Ma soprattutto, quali sono le proposte economiche, ambientali e di lotta al cambiamento climatico dei diversi schieramenti politici?

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di Gianni Malerba

La maggioranza che emergerà dalle elezioni politiche del 25 settembre 2022 determinerà la politica del Paese per il prossimo futuro. Sono molte le domande a cui i vincitori di queste elezioni – partiti e coalizioni – dovranno dare una risposta ma principalmente la partita politica si giocherà su due questioni fondamentali: crisi economica ed energetica, determinata anche dal conflitto che si sta consumando alle porte dell’Europa, e crisi climatica, le cui conseguenze appaiono anche vicine e sperimentate fin da ora.

Proposte economiche

I temi principali del centro-destra (Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia) si riferiscono alla riduzione della pressione fiscale per famiglie, imprese e lavoratori autonomi tramite l’estensione della flat tax per le partite IVA con un fatturato fino a 100.000,00 euro, l’abolizione dei c.d. micro tributi,  la riduzione delle imposte e dei contributi per le aziende che decidono di assumere, la pace fiscale e il “saldo e stralcio” per la risoluzione del pregresso con l’Agenzia delle Entrate, l’introduzione di un conto unico fiscale per l’immediata compensazione dei crediti e dei debiti verso le pubbliche amministrazioni; l’innalzamento delle pensioni minime, sociali e di invalidità.

Il programma del centrosinistra (Partito Democratico, +Europa, Alleanza Verdi e Sinistra, Impegno Civico) indica la volontà di accordare un salario minimo per i lavoratori, la proposta dell’aumento del salario netto per i lavoratori subordinati – fino a una mensilità netta in più –, l’abolizione dei contratti di stage extra curriculare in favore di forme di apprendistato retribuite. Si propone la promozione dello smart working, anche al fine di favorire le esigenze di conciliazione dei tempi di lavoro e ridurre le emissioni, la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario. E ancora, fra le proposte, l’integrazione pubblica alla retribuzione in favore dei lavoratori a basso reddito tramite l’introduzione di opportuniincentivi di ricerca e permanenza dell’occupazione e una maggiore flessibilità di accesso alla pensione a partire dai 63 anni di età.

Il “Terzo Polo”, alleanza fra i partiti Azione e Italia Viva, punta alla defiscalizzazione del Mezzogiorno, proseguendo quanto già attuato dal Governo Draghi e al rafforzamento delle Zone Economiche Speciali (ZES) con norme dedicate alla sburocratizzazione. L’alleanza dei partiti a guida Calenda-Renzi è anche favorevole all’introduzione del salario minimo, propone la detassazione dei premi di produttività, vuole eliminare il reddito di cittadinanza dopo il primo rifiuto della proposta lavorativa, propone l’abolizione dell’IRAP, la detassazione degli utili trattenuti in azienda ed è favorevole al passaggio a un sistema a due sole aliquote IVA (una ridotta e una ordinaria).  Infine, questa è la coalizione che propone anche un accesso all’attività imprenditoriale più semplice e veloce, alleggerendo e rateizzando l’imposizione fiscale per le imprese create dai giovani. 

Sotto la guida dell’ex Premier Giuseppe Conte, il Movimento 5 Stelle ripropone il suo cavallo di battaglia ovvero il rafforzamento del reddito di cittadinanza. A tale primario obiettivo si uniscono la continuazione del superbonus 110% e il cashback fiscale; tra i nuovi temi proposti, si rilevano la cancellazione definitiva dell’IRAP, il taglio del cuneo fiscale per imprese e lavoratori, la maxi-rateizzazione delle cartelle esattoriali, il salario minimo a nove euro lordi l’ora e la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario.

Proposte ambientali

Se, come visto, tutti i partiti danno una diversa risposta alla crisi economica interna al sistema-Paese Italia, sul tema ambientale si innestano questioni non solo di sostenibilità – ed equità generazionale data dalla crisi climatica – ma anche di approvvigionamento energetico. Da chi, su questo tema, avanza proposte sull’aggiornamento degli impegni nel contrasto al cambiamento climatico (per lo schieramento di centro-destra, ad esempio, un programma specifico per la resilienza delle aree a rischio dissesto idrogeologico, più riserve naturali, rimboschimento sull’intero territorio nazionale), a chi propone degli incentivi alla transizione ecologica con spinta alle energie rinnovabili, alla mobilità sostenibile ed economia circolare come il centrosinistra.

Il Terzo Polo propone un piano di investimento per la realizzazione di nuovi impianti per il trattamento dei rifiuti, inclusione del nucleare nel mix energetico per arrivare alle emissioni zero, riduzione dell’impatto del trasporto merci e un piano per la gestione del dissesto idrogeologico.

I 5 stelle insistono sul superbonus come mezzo per permettere alle imprese di investire a costo zero nel risparmio energetico, ma sono contro a nuove trivellazioni e inceneritori.

Energia Nucleare

Su quest’ultimo punto occorre ricordare che l’Italia ha rinunciato al nucleare come fonte di approvvigionamento energetico con il referendum del 1987 ma oggi, proprio in ragione della situazione geopolitica e dei nuovi rapporti con i fornitori stranieri, si è reso necessario riaprire la questione. Le nuove necessità hanno dunque riaperto il dibattito, trovando le forze politiche molto distanti fra loro: mentre infatti il centrodestra e il Terzo Polo risultano allineati, dichiarandosi favorevoli a una reintroduzione del nucleare sul suolo nazionale, il centrosinistra e il Movimento 5 stelle risultano contigui, mostrandosi contrari e scegliendo invece di puntare su altre fonti energetiche.

Una sintesi

Alla luce di quanto visto, l’idea liberale del centrodestra dovrebbe portare alla crescita economica del Paese e a una maggiore semplificazione del sistema tributario italiano, anche in relazione al progetto di pace fiscale e di saldo e stralcio dei pregressi tra cittadini e Agenzia delle Entrate. 

L’idea di una futura aliquota unica per il sistema tributario italiano, però, ha ricevuto numerose critiche: se da un lato è utile per ridurre la gravosa pressione fiscale sui contribuenti, dall’altro determina dei minori gettiti nel bilancio dello Stato. Inoltre, tra le principali critiche, si ravvede un attrito con il principio costituzionale di cui all’art. 53 comma 2, per cui il sistema tributario nazionale è uniformato a criteri di progressività. Allo stesso modo si sollevano alcune perplessità con riguardo alla volontà di aumentare il deficit di bilancio per aiutare maggiormente i cittadini con misure e sussidi per contrastare il caro energia e l’inflazione.

In attesa dei risultati delle elezioni politiche, tanti e diversi sono i temi esposti dai partiti – la transizione ecologica, la semplificazione delle leggi e la digitalizzazione delle imprese, l’approvvigionamento con riferimento al nucleare come nuova fonte di energia, i bonus e gli incentivi, il cambiamento del sistema tributario sembrano ipotesi attuabili – ma solo i risultati delle elezioni politiche del 25 settembre 2022 saranno in grado di determinare le modalità applicative delle proposte e il tipo di Italia in cui vivremo nei prossimi anni. 

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