Giornata Mondiale dell’Acqua 2024

La domanda globale di acqua corrente aumenta dell'1% all'anno, in un mondo che ne dispone sempre meno e dove ancora troppe persone non hanno accesso all'acqua potabile. Gli impatti del cambiamento climatico e la crescita demografica rendono sempre più necessario uno sforzo comune al fine di proteggere e condividere in maniera equa questa risorsa vitale.

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L’acqua è una risorsa preziosa e i processi di industrializzazione la stanno rendendo sempre meno disponibile

L’acqua è essenziale per la vita a tutti i livelli, dalle singole cellule a interi ecosistemi, e ha svolto un ruolo fondamentale nello sviluppo e nell’evoluzione delle civiltà che hanno sempre cercato di stabilirsi vicino alle fonti d’acqua dolce per sfruttare le loro proprietà per l’agricoltura, l’igiene, il trasporto e la produzione alimentare. Da allora, la vita quotidiana delle persone ha sempre ruotato intorno all’accesso all’acqua, rendendola una risorsa vitale per il progresso umano.

World Water Day

La Giornata mondiale dell’acqua, o World Water Day, è stata indetta dall’ONU a seguito della Conferenza di Rio nel 1992 con l’obiettivo di promuovere la gestione sostenibile delle risorse idriche.

L’Agenda 2030 dell’ONU per lo sviluppo sostenibile ha fissato l’Obiettivo 6 “Acqua pulita e servizi igienico-sanitari” che comprende, oltre all’accesso equo ed universale all’acqua potabile ed ai servizi igienico-sanitari, la protezione e la riabilitazione di ecosistemi legati all’acqua.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (UNESCO), nel 2022:

  • 2,2 miliardi di persone non disponevano di acqua potabile gestita in modo sicuro;
  • 115 milioni di persone bevevano acqua di superficie;
  • 3,5 miliardi di persone non disponevano di servizi igienico-sanitari gestiti in modo sicuro.

Il tema scelto per la Giornata mondiale dell’acqua 2024 dalle Nazioni Unite è “Water for Peace” (Acqua per la pace) che riflette sul ruolo fondamentale dell’acqua nella stabilità e prosperità del mondo.

L’acqua può essere uno strumento di pace ma può anche innescare conflitti quando scarseggia o quando l’accesso viene negato. Laddove l’acqua è scarsa o inquinata, o le persone hanno accesso diseguale o inesistente, le tensioni tra le comunità e i paesi possono aumentare.

Più di 3 miliardi di persone in tutto il mondo dipendono dall’acqua che attraversa i confini nazionali. Tuttavia, su 153 paesi che condividono fiumi, laghi e falde acquifere con i loro vicini, solo 24 paesi riferiscono di avere accordi di cooperazione per tutte le loro acque condivise.

Con l’aumento degli impatti del cambiamento climatico e la crescita della popolazione globale, è sempre più necessario agire partendo dalla consapevolezza che l’acqua non è solo una risorsa da utilizzare e da conquistare, ma è un diritto umano, intrinseco ad ogni aspetto della vita.

Acqua e clima: due crisi correlate

Le problematiche legate all’acqua, da un lato la siccità e dall’altro le alluvioni e le inondazioni, sono destinati a peggiorare in tutto il mondo con la crisi climatica. Oltre 2 miliardi di persone si trovano in situazione di precarietà o sofferenza idrica e a rischio ci sono anche milioni di specie animali e vegetali.

Secondo il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC), l’aumento della temperatura in atto sarà accompagnato da grandi cambiamenti nel ciclo dell’acqua in tutto il Pianeta, con aree umide che diventeranno molto più umide e aree aride che saranno soggette a siccità più intense e per periodi più lunghi.

Nell’ultimo trentennio climatologico 1991–2020, con un valore che ammonta a più di 440 mm, la disponibilità di acqua è diminuita del 20% rispetto al valore di riferimento storico di 550 mm (ISPRA 2022).

Tale riduzione, dovuta agli impatti dei cambiamenti climatici, è da attribuire non solo alla diminuzione delle precipitazioni, ma anche all’incremento dell’evaporazione dagli specchi d’acqua e dalla traspirazione dalla vegetazione, per effetto dell’aumento delle temperature.

Il quadro delineato da ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) stima che la riduzione della disponibilità annua di acqua andrà da un minimo del 10% (proiezione a breve termine) nel caso si adotti un approccio di mitigazione aggressivo nella riduzione delle emissioni di gas serra, ad un massimo del 40% (che arriva fino al 90% per alcune zone del Sud Italia) nella proiezione al 2100 nel caso in cui i livelli di emissione dei gas serra mantengano gli attuali livelli.

Stato delle risorse idriche

Nel 2023 l’Istat fotografa la situazione idrica dell’Italia evidenziando moltissime criticità.

L’Italia è, ormai da più di un ventennio, al vertice in Europa per la quantità di acqua dolce complessivamente consumata per uso potabile. In termini pro capite, l’Italia è seconda in Ue con un consumo pari a 155 metri cubi annui. Secondo il World Resources Institute nel 2040 l’Italia sarà in un serio stress idrico.

Al consumo diretto (ad esempio per lavarsi, cucinare, pulire), si aggiunge quello indiretto legato alla cosiddetta acqua nascosta, ossia impiegata nella produzione di beni e servizi. Ogni fase produttiva per realizzare un prodotto finito può consumare acqua e la somma di tutti questi consumi rappresenta l’impronta idrica quotidiana.

Il 90% dell’impronta idrica è determinata dal cibo ed è stimato che ogni persona “mangia” in media 5.000 litri di acqua al giorno. Ad esempio, la carne è l’alimento maggiormente idrovoro.

L’agricoltura è il settore economico più assetato, rappresentando circa il 90% di consumo d’acqua globale. Un altro settore ad alta intensità di consumo idrico è l’industria tessile, con circa 93 miliardi di metri cubi di acqua all’anno.

Una criticità del caso Italia è la presenza di un sistema infrastrutturale antiquato e inadeguato, caratterizzato da perdite idriche nella rete di distribuzione che nel 2020 sono state pari al 42,2% del volume di acqua immessa. La crisi idrica non è dovuta solamente ad una carenza di materia prima, ma piuttosto alla mancanza di impianti e reti adeguate sull’intero ciclo dell’acqua.

Cosa fare

È improrogabile affrontare i cambiamenti in atto sviluppando un nuovo modello di benessere finalizzato ad eliminare lo spreco di acqua, ridurne e razionalizzarne l’uso, e garantire una sua equa distribuzione.

Ad esempio, con riguardo al caso italiano, l’ammodernamento della rete idrica è il progetto principale che permetterebbe di recuperare almeno una parte dei 3,4 miliardi di metri cubi che ogni anno vengono sprecati. Inoltre, attraverso la depurazione e il riuso delle acque reflue si potrebbero recuperare circa 8,5 miliardi di metri cubi di acqua (circa il 30% dell’acqua consumata annualmente) da destinare all’agricoltura e all’irrigazione dei campi.

Il ruolo delle imprese è quello di garantire una gestione sostenibile delle risorse idriche nei processi produttivi e negli stabilimenti dell’impresa, attraverso una politica rigorosa sul consumo di acqua e sul riutilizzo delle risorse al fine di ridurre l’impatto ambientale e sociale delle attività produttive e l’utilizzo di materiali e prodotti chimici pericolosi.

Oltre a sensibilizzare i propri stakeholder, le organizzazioni possono poi aderire e realizzare progetti che contribuiscono a garantire l’accesso universale ed equo all’acqua e ad assicurare le condizioni igienico-sanitarie adeguate.

Per il raggiungimento dell’SDG 6 Malerba & Partners ha deciso di contribuire al progetto di Wami, l’azienda italiana che si propone di cambiare il mondo “una bottiglia alla volta”.

WAMI si pone l’obiettivo di portare acqua potabile a più persone possibili, lasciando un impatto ambientale positivo. Ogni bottiglia di WAMI dona 100 litri di acqua potabile e contribuisce alla realizzazione di progetti idrici che coinvolgono comunità senza accesso a questa risorsa: dalla costruzione dell’acquedotto fino alla realizzazione della rete idrica che collega ciascuna famiglia della comunità con un singolo rubinetto.

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